domenica 27 Settembre 2009, l’associazione culturale lentinese “Neapolis” nell’ottica di valorizzare il territorio e le sue tradizioni, ha organizzato un interessante laboratorio per riscoprire una delle antiche tradizioni culinarie lentinesi, oggi quasi dimenticata: “La Mostarda”.
La riscoperta del territorio legato ai suoi cibi tradizionali (cudduruni, mustadda, astrattu ecc.) rientra a pieno titolo nei laboratori didattici sulle tradizioni lentinesi previsti nella programmazione 2009 dell’associazione.
A guidare il laboratorio e’ stato il prof.Elio Cardillo che con le sue spiegazioni ha illustrato le varie fasi di lavorazione della mostarda, dalla sua raccolta nei campi col “coppu” fino al prodotto finito.
Cosi’ come abbiamo ricostruito in questo laboratorio, la “mustadda” tradizionalmente veniva preparata in campagna, cuocendo i fichidindia, opportunamente sbucciati, dentro un grosso recipiente posto sul fuoco vivo.
Dopo aver sbucciato oltre 400 fichidindia, abbiamo ottenuto circa 20 litri di mostarda finita. Posta sul fuoco e mescolata continuamente, dopo un po’ e’ stato aggiunto qualche cucchiaio di cannella macinata, una manciata di pepe nero in polvere, chiodi di garofano, carrubbe sminuzzate e bucce d’arancia essiccate. Trascorsa un’ora circa dall’ebollizione, il preparato e’ stato filtrato attraverso dei passini (una volta si usavano sacchi di canovaccio). Al liquido filtrato dalle impurita’ (soprattutto dai tipici semini) a questo punto e’ stata aggiunta della semola rimacinata (g.100 circa per litro). Il tutto e’ stato nuovamente messo in ebollizione a fuoco lento, mescolando in continuazione. La mostarda, quando ha acquistato la consistenza di una crema e un colore bruno, e’ stata pronta per essere consumata subito (cosa che abbiamo fatto con grande gioia), oppure, per essere posta dentro caratteristiche formelle dove verra’ messa ad essiccare in frigo o esponendola ai raggi solari e dopo almeno 48 ore assumera’ maggiore consistenza e un gusto migliore.
La mostarda, per la sua eccezionale capacita’ di rinvigorire le membra, veniva usata in passato come alimento unico per dare energia a chi lavorava nei campi e spesso veniva data come merenda ai bambini per ridare loro energia. Oggi, con l’avvento dei prodotti industriali, se ne fa poco uso, sebbene la Sicilia in natura sia ricchissima di fichidindia.