Bene. I lavori sulla porzione finale di Via Bricinna che porta all’ingresso del parco del castellaccio, sulla parte sommitale del colle Tirone (oggetto questo di opera di consolidamento da qualche anno), sembrano avviarsi al completamento. Dopo aver allargato la carreggiata forse in maniera eccessiva per mezzo di un turpe “ballatoio” a sbalzo in crudo cemento armato, il tratto finale della suddetta via necessita adesso solo di un’adeguata pavimentazione della sede stradale oltre al completamento dei marciapiedi e del sistema d’illuminazione.
Innanzitutto speriamo vivamente che chi di dovere si premuri per naturalizzare lo sgradevole e crudo cemento, primo perche’ non capiamo come questo possa armonizzarsi con lo stupendo contesto paesaggistico circostante in quanto assolutamente estraneo e “straniero” alla zona in un’ottica di preservazione del contesto naturalistico e secondo perche’ ci risulta che progetti quali per esempio quello relativo alla via di fuga del quartiere San Paolo sono fermi proprio perche’ chi doveva vigilare sui progetti, giustamente, ha richiesto delle modifiche proprio per “naturalizzare” tramite l’uso della pietra o altro materiale idoneo uno dei muri laterali che dovrebbero costruirsi. La suddetta modifica, comportando chiaramente un innalzamento della spesa totale che non trova al momento nessuna copertura economica, sembra essere la responsabile del blocco dell’opera. Se e’ stato imposto in quel progetto, non si capisce perche’ non dovrebbe essere imposto anche qui!?
Qualcuno potrebbe chiedersi “…ma manca anche la ringhiera di protezione?”, la risposta e’ “no!” …c’e’ la ringhiera!! …e che ringhiera!! Ora, bisogna necessariamente dispensare delle cattive e desolanti notizie soprattutto per tutti quelli che, magari nati in quel quartiere o semplicemente amanti di quella zona o ancora fiduciosi e convinti che anche quella zona potrebbe rappresentare il famoso volano per lo sviluppo economico e l’incremento turistico, speravano magari in una di quelle caratteristiche ringhiere in legno di abete, poi bisogna rendere tristi anche coloro che avrebbero scommesso su un robusto manufatto in ferro, realizzato magari da maestranze locali e perche’ no ricoperto di legno per diminuire al massimo l’impatto con il contesto naturale. Infine bisogna deludere anche chi si aspettava che fossero predisposte quelle stupende barriere stradali misto legno-acciaio, una sorta di guard-rail ricoperti di legno ma appannaggio a quanto pare solo dei centri in cui la sensibilita’ verso queste tematiche risulta essere ben al di sopra della media. Per non parlare di chi si aspettava tutt’al piu’ un semplicissimo muru di pezzi, sempre e comunque piu’ adeguato della deturpante struttura metallica. Tutto questo perche’ e’ stato installato, invece, un guard-rail a doppia banda di protezione con tanto di ulteriore fascia di rinforzo, degno delle piu’ moderne arterie autostradali nazionali, che definire orrendo e’ dir poco. 300 metri circa di acciaio zincato che contribuiscono ad annichilire e spazzare via perfino quell’alone di residua magia e leggenda che avvolgono ancora la zona.
Non possiamo non tenere in considerazione l’ipotesi che qualche progettista avra’ probabilmente immaginato per il futuro dozzine e dozzine di autobus colmi di turisti andare su e giu’ per la citata autostr…. oops.. …stradina e che quindi abbia conseguentemente immaginato un traffico in ambedue le direzioni su quel tratto tale da richiedere una così sproporzionata quanto triste scelta per il parapetto di protezione a margine della sede stradale. Siamo certi dell’esistenza di norme che impongono standard di sicurezza che talvolta passano anche dall’installazione di un guard-rail doppio iper-rinforzato… …ma non certo quando parliamo della zona d’accesso ad un parco che comprende i resti di un castello medievale!! Crediamo che moltissimi cittadini e qui ci permettiamo di interpretare il loro pensiero, avrebbero preferito di gran lunga un ben piu’ classico muretto rivestito con materiale idoneo a protezione di quel, tra l’altro, panoramicissimo balcone sul quartiere piu’ antico della Citta’.
Nell’attesa che venga installato, quasi sicuramente a questo punto, anche un autovelox magari tarato sulla folle velocita’ raggiungibile in quel tratto, 35/40 Km orari, ci corre l’obbligo di rammentare a chiunque si stia occupando di quel progetto ed agli organi preposti al controllo delle scelte progettuali che al momento risulta difficile se non impossibile che anche un solo autobus riesca a transitare da via Bricinna per raggiungere il parco del castellaccio. Sperando che in futuro sia rispettata la storicita’, il paesaggio e la natura di quella zona e conseguentemente vengano ridotti al minimo indispensabile gli effetti dell’antropizzazione cogliamo l’occasione per invitare i responsabili dei vari progetti a voler divulgare e far conoscere, magari tramite dei normalissimi incontri pubblici, i dettagli dei vari progetti alla Citta’. Non vorremmo ritrovarci una strada asfaltata che porta fino all’ingresso della sala ipogea un domani o, peggio ancora, un casello per il pedaggio all’altezza della ignorata ed abbandonata chiesa rupestre di S.Giuliano…
Mentre contribuiamo, anche con questo tipo di scelte, a far rivoltare nella tomba il praefectus novorum aedificiorum Riccardo da Lentini, ci sentiamo di suggerire… meno chiacchiere e piu’ attenzione e controllo sulle operazioni che vengono perpetrate …a Lentini!!!