Non distante dalla basilica del Murgo, a Sud del moderno abitato di Lentini esistono alcuni ruderi identificabili con la struttura federiciana menzionata da documenti dell’epoca come “Castrum vetus”, tramandataci poi col nome “Il castellaccio” (da una lettera del 1239 scritta dall’imperatore Federico II da Lodi a Riccardo da Lentini). Essa è visibile sopra un promontorio, il colle Tirone, che s’innalza fra le valli del Crocifisso e di S. Mauro. Questo sito, strategicamente perfetto, fu destinato dall’imperatore al controllo del territorio e del mar Ionio. La costruzione del castello lentinese si attuò tra il 1223 e il 1239 su una precedente fabbrica di età greca. Con le sue possenti mura, la cui altezza veniva accentuata da fossati e valli naturali, il “castellaccio” venne denominato dal grande studioso e archeologo Giuseppe Agnello «dominatore superbo». Agnello, con Paolo Orsi, fu il vero scopritore e divulgatore del sito le cui rovine furono viste, visitate e descritte dall’Amico e dal Fazello. Terremoti e incuria umana lo hanno ridotto a cumuli di pietre e solo alla fine degli anni Novanta è stato parzialmente ripulito e sottoposto a un restauro conservativo.
Nel marzo scorso, grazie alla Sovrintendenza di Siracusa e ad un Progetto Por, il sito è stato recuperato e trasformato ed è ritornato a nuova vita per essere inserito fra i percorsi federiciani della provincia. Oggi un apposito percorso, scandito da pannelli esplicativi che costeggiano la staccionata, porta i visitatori fino alla sala ipogea. Ampie terrazzamenti consentono di assaporare la vista delle valli sottostanti e di godere all’aria aperta di un bene per tanti anni negato ai lentinesi. All’inaugurazione hanno partecipato le autorità politiche, i presidenti della Pro Loco, i rappresentanti di associazioni e gruppi del Comune di Lentini e Carlentini.
“Neapolis”, per quanto costituitasi recentemente, non poteva mancare!
Spetterà adesso al Comune farlo fruire e mantenerlo pulito, con la collaborazione della Sovrintendenza e di diverse associazioni del territorio, organizzare percorsi guidati per studenti e visitatori in genere, renderlo location ideale per manifestazioni pubbliche e culturali di grande prestigio, sottrarlo all’indifferenza che la città ha mostrato nei confronti della sua storia e del proprio futuro ed adibirlo all’uso turistico e museale.
Un pensiero va al professore Cirino Gula, la cui esperienza e lungimiranza condussero ad ideare una straordinaria e indimenticabile manifestazione, riproposta a singhiozzo negli anni e attualmente caduta in disuso, denominata proprio “Castrum Fest”.
lamia6282
http://www.lentinionline.it/programmi&recensioni/fondpisano_castrumfest.htm