Interessante incontro con l’illustre ospite prof.Massimo Frasca, direttore della scuola di specializzazione di archeologia dell’Università di Catania e con Maurizio Caffi, già impiegato della Soprintendenza di Siracusa, per approfondire la situazione dei beni archeologici della nostra zona. Torniamo a ringraziarli qui per la loro disponibilità.
Il prof.Frasca lo conoscevamo già da tempo per aver realizzato, con i suoi studenti, un meraviglioso documentario sulla storia di Leontinoi (oltre a numerose altre pubblicazioni). Il dvd in questione si intitola: “Leontinoi – memorie da una città dimenticata” e vuole accendere i riflettori su un patrimonio archeologico di notevole interesse e valore, che ormai da molti anni è completamente in abbandono.Il signor Caffi ha dato e proposto numerosi spunti di riflessione su aspetti ai piu’ poco conosciuti , che sono serviti a dare vita e slancio al dibattito.
Nell’incontro e nel successivo dibattito viene espresso un forte rammarico per gli scarsi risultati ottenuti in relazione alla auspicabile riapertura del parco e ad una altrettanto auspicabile ripresa degli scavi a Lentini. Numerose sono state ultimamente le iniziative, anche grazie a “Neapolis”, per non far calare il buio sull’argomento. Ciononostante si evidenzia una inspiegabile incapacità a produrre una pur minima sinergia fra gli enti interessati (Comune di Lentini, Comune di Carlentini, Provincia, Soprintendenza ecc), necessaria ad affrontare la problematica e a trovare le giuste soluzioni.
Dall’analisi della situazione, risulta necessario, se si vuole concretizzare qualcosa, realizzare in tempi brevi un tavolo di lavoro fra le parti interessate e, perchè no, istituire un “comitato perenne” che sopravviva alle varie amministrazioni evitando di ricominciare da capo ogni volta che se ne insedia una nuova. Così che si possa concordare assieme SERIAMENTE, al di sopra di eventuali campanilismi, rivalità o interessi di parte, un adeguato intervento che possa portare a ottenere le adeguate soluzioni.
Noi di Neapolis ci impegneremo a non fare spegnere i riflettori e se necessario riproporremo la petizione lanciata con successo l’anno scorso: ma questa volta con più forza e coinvolgendo più cittadini. E’ ora che questa città si svegli dal torpore in cui è caduta, apra gli occhi e si renda conto di tutto quello che di bello abbiamo attorno e del patrimonio naturale di cui gode e che non viene sfruttato minimamente. La bassa considerazione che dimostriamo di avere nei confronti della nostra storia e delle nostre ricchezze è una vergogna, una piaga della società odierna che occorre curare e far guarire.