Alla fine di via Bricinna, poco prima dell’Area archeologica del Castellaccio, si trova la chiesa rupestre dedicata a S. Giuliano lo Spedaliere, protettore dei viandanti e degli albergatori.
La tradizione riconosce l’area in cui sorge come un’importante zona cimiteriale in cui erano sepolti numerosi martiri lentinesi, tra cui Isidora e Neofita.
Le cave e le grotte, naturali o meno, hanno risposto nel tempo a diverse esigenze, diventando prima case e magazzini, poi sepolcri e chiese.
Questo luogo nasce, molto probabilmente, come ambiente sepolcrale già in età ellenistica e poi, riadattato secoli dopo, è diventato l’abside di una chiesa, oggi scomparsa, costruita attaccata alla roccia, nello spazio immediatamente antistante l’apertura della cava. Fino al periodo della seconda guerra mondiale, la grotta era aperta al culto e, il suo decoro, curato dalle donne del quartiere che, ogni 12 Febbraio, nel giorno in cui si festeggia S. Giuliano lo Spedaliere e nel giorno del Corpus Domini, addobbavano la facciata della grotta con fiori e luminarie. La grotta era, infatti, una delle tappe della processione organizzata dalla vicina Parrocchia di S. Luca.
Oggi la chiesa resta un bell’esempio di ingrottato artificiale ad uso religioso.