Durante la festa patronale, il fercolo d’argento, con la statua di S. Alfio seduto e le reliquie dei martiri, fa tappa in questa chiesa, che resta l’unico luogo, dopo la chiesa madre, che lo custodisce per un’intera notte a cavallo tra il 10 e l’11 maggio. Riferendosi a questo, la popolazione lentinese è solita dire amorevolmente che in quella notte “S. Alfio dommi che so frati” (S. Alfio dorme a casa sua, con i suoi fratelli), perché si trova nello stesso luogo in cui insieme a Filadelfo e Cirino subì il martirio e perché in quel momento i simulacri sono raggruppati nello stesso luogo, insieme alle reliquie.