Sulla parete è raffigurata una sequenza di cinque figure sacre, in parte distrutta dalla realizzazione di un ampio arco, aperto in una fase storica imprecisata. I personaggi, datati al XIII secolo, sono raffigurati come icone bizantine, rivolte frontalmente ai devoti.
Come in una sorta di polittico, ognuno è racchiuso entro una doppia cornice rossa e bianca e accompagnato da uno sfondo diviso in tre campi cromatici, secondo lo schema blu/ocra/blu. Fa eccezione la figura della Vergine, connotata, nella parte conservata, da un fondale interamente blu.
Le figure, differenziate nell’abbigliamento, sono contraddistinte dalle aureole, da un gesto e dalle iscrizioni onomastiche abbreviate, in alfabeto greco, che ne permettono l’identificazione. Da sinistra verso destra si incontrano:
Le iscrizioni si presentano a rilievo, così come le decorazioni “a perline”, che impreziosiscono le vesti e i copricapi di tutti i soggetti. Nella parte sovrastante delle due figure di destra si osserva uno strato di affresco più antico, raffigurante gli stessi personaggi.
LO STATO DI CONSERVAZIONE E IL RESTAURO DELL’AFFRESCO
Grazie alla sinergia tra il Comitato “Lentini nel Cuore” e la Chiesa Madre Santa Maria La Cava e Sant’Alfio, nel 2017 la Chiesa Rupestre del Crocifisso è stata selezionata tra i 24 luoghi da salvare all’interno del progetto “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI - Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
La “Teoria dei Santi” si trovava in pessimo stato di conservazione e rischiava di scomparire. L’intervento di restauro conservativo, cofinanziato dalla Chiesa Madre, ha eliminato gli agenti di degrado e permesso il recupero dei dipinti, anche al fine di renderli accessibili alla fruizione del pubblico.
L’analisi diagnostica ha permesso di identificare la principale causa di deterioramento: la presenza di incrostazioni saline che, oltre a coprire con una patina gli affreschi, causavano danni di tipo chimico-fisico e meccanico all’intonaco di supporto e alla pellicola pittorica, provocando fessurazioni, spanciamenti e distacchi del dipinto dal supporto murario, fino a causare cadute di colore.
L’intervento di pulitura, particolarmente delicato dato il diverso spessore delle concrezioni saline, ha messo in luce le fasi di esecuzione dell’affresco e particolari pittorici ormai celati. È seguito il consolidamento, sia per assicurare l’adesione dell’intonaco al supporto roccioso sia per fissare la pellicola pittorica.
Le lacune, diffuse su tutta la superficie, forse anche a causa della presenza dello strato affrescato precedente, che ha causato una minore adesione dei nuovi dipinti, sono state integrate con la tecnica della selezione cromatica, al fine di ridare uniformità e leggibilità ai due cicli pittorici. Sul lato destro, infatti, in corrispondenza dei santi Giovanni Battista e Vescovo Anonimo, si scorgono altre due figure sottostanti, databili al XII secolo, con analogo tema iconografico.
È stato infine installato un sistema per il monitoraggio del microclima, particolarmente importante nell’ambiente umido della grotta e uno di ventilazione meccanica nelle ore più fredde, per evitare il fenomeno di condensa.
Restauro realizzato dalla dott.ssa R. D’Amico, con le dott.sse B. Di Natale e R. Gagliano Candela. Indagini tecnico-scientifiche condotte dai prof. G. Montana e L. Randazzo del DiSTeM, (UNIPA) e dai Dr. R. Giarrusso e A. Mulone (Geolab srl).