La grotta che si apre sulla navata destra della chiesa è quello che resta di un vasto complesso catacombale che si sviluppava nella vasta area circostante e, in particolare, nei luoghi che anticamente erano occupati dal convento dei domenicani.
Questa cava ospita le tre tombe ad arcosolio in cui, secondo la tradizione, vennero sepolti i corpi dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino dalle due nobil donne lentinesi Tecla e Giustina, che accudirono segretamente i tre giovani durante la loro prigionia.
Le tre tombe sono suddivise in due ambienti e in quello più piccolo, oltre all’unica tomba con la lunetta affrescata, è possibile vedere un pozzo a canna di età greca.
L’affresco presente nella lunetta dell’arcosolio riporta la rappresentazione archetipica della Deesis (dal greco “supplica”, “intercessione”) e cioè la raffigurazione del Cristo Pantocrator affiancato, a sinistra, dalla Vergine Maria e, a destra, da San Giovanni Battista.
Si tratta di una rappresentazione legata ai canoni bizantini ma che presenta una carica drammatica tipica dei prodotti artistici dell’inizio del XIII secolo.
Il Cristo è rappresentato frontalmente. Ha un nimbo crucigero (aureola) perlato che gli circonda la testa e presenta capelli folti e arcate sopraccigliari rotondeggianti.
Con la mano destra benedice e con la sinistra regge un libro rosso su cui è posta una croce. La veste rossa è coperta in buona parte con un manto azzurrino/grigio.
Questo stesso colore, rinvigorito in alcune parti da toni rossastri e tocchi di bianco per modellare le pieghe, è ripreso nelle vesti della Vergine e del S. Giovanni, figure rivolte entrambe verso quella di Cristo.